Una donna diventa la prima persona dotata di una mano bionica integrata con il sistema nervoso e scheletrico

STORIE DI VITA

Soprannominata una “vera donna bionica” diversi anni fa, la cinquantenne Karin ha ricevuto arti altamente robotici diversi anni fa dopo aver perso il braccio destro in un incidente agricolo 20 anni fa. La svedese è stata la prima persona a beneficiare di un arto robotico integrato nel suo sistema nervoso e osseo. Soprannominata una “vera donna bionica” diversi anni fa, la cinquantenne Karin ha ricevuto arti altamente robotici diversi anni fa dopo aver perso il braccio destro in un incidente agricolo 20 anni fa. Karin, di cui non è stato reso noto il cognome, soffriva da molti anni di una crisi nervosa e l’apparecchio artificiale le ha portato poco conforto.

“Mi sono sempre sentita come se le mie mani fossero in un tritacarne, quindi dovevo mangiare una varietà di cibi per alleviare la tensione”, ha detto Karin. Secondo uno studio pubblicato su Science Robotics, Karin, operata nel 2018-2012, è ora in grado di svolgere l’80% dei compiti che faceva prima con entrambe le mani. Può persino provare sensazioni in un arto artificiale.

I ricercatori sottolineano che dopo 3 anni di attività come girare la maniglia e cucinare, Karin aveva completamente integrato gli arti nella sua vita quotidiana. Un team di ingegneri e chirurghi provenienti da Svezia, Australia e Italia ha sviluppato quella che ritiene sia una soluzione innovativa per le persone che hanno perso gli arti per creare telai bionici Karine avanzati combinando tecniche chirurgiche, impianti e intelligenza artificiale. Da quando Karin ha iniziato a usare la mano bionica a metà del 2019, ha notato miglioramenti nella sua vita quotidiana.

Descrive la sua mano bionica come un “cambiamento di vita” che le ha permesso di riconquistare la sua indipendenza nelle sue attività quotidiane. “Ora riesco a gestire meglio la protesi, ma più di ogni altra cosa”, ha detto Karin. “Oggi ho bisogno di molti meno farmaci. Questa ricerca significa molto per me perché mi ha permesso di vivere meglio”.

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